Struttura pubbliche Valposchiavo
Devon House (Stazione 1 Percorso Hildesheimer)
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Descrizione
Il grazioso palazzo affascinò Wolfgang Hildesheimer e sua moglie fin da subito:
"Naturalmente non abbiamo ancora deciso definitivamente, ma stiamo iniziando una trattativa con il proprietario. In fondo non rischiamo niente se la [i.e. casa] proviamo – anche solo per pochi mesi inizialmente. [...] Ad ogni modo ora siamo in contatto, non solo con il proprietario della casa (un giovane molto gradevole nato in Inghilterra), bensì anche con il proprietario della drogheria, che è il presidente dell’ente turistico e che si è mostrato aperto ai nostri progetti." (1)
Wolfgang Hildesheimer e sua moglie vissero dal 1957 al 1961 al piano rialzato di Devon House. Il palazzo ha un ruolo importante in Tynset, opera in prosa per la quale Wolfgang Hildesheimer fu insignito dei premi letterari Büchnerpreis e Bremer Literaturpreis. Tynset è un lungo monologo dell’io narrante durante una notte insonne, in cui non sono solo le condizioni di vita del narratore a evocare fortemente Hildesheimer, anche la casa in cui egli si muove è chiaramente ispirata a Devon House. A chi sia ispirata la figura Celestina, la domestica molto devota ma dedita all’alcol, non lo sveleremo qui.
“É ancora troppo presto per intraprendere la passeggiata attraverso la casa, la farò più tardi, se anche allora non sarò riuscito a dormire. Vado lesinando, continuo a rimandare le mie azioni notturne. Dunque mi alzerò e andrò in giro per la casa più tardi.
Di notte mi alzo più volte e almeno una volta faccio il giro della casa, attraverso la gran camera di legno, attigua alla mia, che non contiene nient’altro che un grande intervallo immagazzinato e ogni tanto il rumore del legno e lo sciacquio di una fontana, attraverso la biblioteca, dinanzi alle cui pareti stipate di libri mi soffermo o no, esco sulla lignea tromba delle scale [...].
[...] ed entro nella rimessa posteriore, in quel vano ciclopico dove in estate e in autunno sono appese a seccare erbe e droghe. C’è un buon odore, qui. Salgo o non salgo al cannocchiale, esco dalla rimessa, entro o non entro in cucina, salgo la scala, do un’occhiata alle quattro stanze del primo piano- in una delle quali c’è il mio gigantesco letto estivo.
Qui dormo d’estate, in una solenne altezza ventilata, in un vuoto cerchiato di legno, rombante di silenzio, questo è dunque il punto di partenza delle mie passeggiate notturne estive, d’inverno mi fermo raramente quassù, di solito mi cerco un’altra stanza, una che sia piena di oggetti, e ridiscendo le scale. Più in alto non ci vado mai, almeno di notte, [...] perché su in alto c’è soltanto un’unica stanza, la cameretta di Celestina, dove non entro mai. Dal basso la sento russare, oppure non sento niente, e significa che è seduta davanti a una bottiglia di vin rosso o che se l’è portata a letto e beve. oppure la sento borbottare, e significa che prega.”
Fonti
(1) Lettera alla madre, agosto 1956 (trad. Monika Thurner).
(2) Tynset, di Wolfgang Hildesheimer, prefazione di Gabriella Rovagnati e Italo Alighiero Chiusano, ed. Il Mosaico, Tirano 2016, pp. 7-9.
Cartina
Devon House (Stazione 1 Percorso Hildesheimer)
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