737 - Via Calanca
La Val Calanca nasce nel Gruppo montuoso dell’Adula, nel cuore delle Alpi, e si apre sui vigneti della bassa Val Mesolcina. È solcata dalla Calancasca, le cui sorgenti sgorgano ai piedi dello Zapporthorn, che culmina a 3152 m.
Dettagli
Descrizione
Allo sbocco della valle i villaggi di Castaneda e di Santa Maria sorgono sui terrazzi del versante mesolcinese, mentre all’interno gli abitati si situano perlopiù ai piedi dei ripidi versanti boscosi e rocciosi o sui terrazzi ad alta quota.
Una riserva di materie prime e di spazi naturali di prim’ordine
Il paesaggio della Calanca esterna offre una vegetazione lussureggiante e variegata, dominata dal castagno, la quale in parte cela gli ampi terrazzamenti edificati nel corso dei secoli per la coltivazione dei cereali. L’abete rosso e il larice colonizzano gradualmente la vallata interna, conferendole vieppiù un aspetto tipicamente alpino, cui concorrono anche i pascoli d’alta montagna. Legno, pietra e acqua marcano intensamente il paesaggio naturale e culturale della Calanca.
Stratificazioni di vicende umane
La storia del popolamento dei terrazzi di Castaneda e Santa Maria vanta origini millenarie, come lo esprime il rinvenimento di un insediamento della fine del neolitico, ed è legata alla sottostante via di transito del San Bernardino, ponte fra il mondo mediterraneo e quello continentale.Gli insediamenti più antichi della valle interna sono posteriori all’Anno mille e fino al secolo scorso furono contraddistinti dalla pratica della transumanza su tre livelli, dal fondovalle ai monti e agli alpi, come pure dalle frequenti migrazioni di genti attraverso i passi alpini trasversali.
Descrizione del percorso
La viaCalanca in tre tappe.
1. Tappa Grono (340 m) - Santa Maria (955 m): 4 km, 2 ore (Santa Maria - Braggio: 7,3 km, 3,5 ore). Un paesaggio culturale modellato nei millenni
Da Grono l’itinerario sale a Nadro prima di snodarsi lungo il sentiero dei Menö e l’antica strada di valle costruita attorno al 1830 per il trasporto del legname. Si raggiunge il suggestivo complesso dei mulini di Pisella, circondato da secolari terrazzi agricoli e sovrastato dalla selva castanile di Mola. Poco sopra, il terrazzo di Castaneda (800 m) porta le testimonianze di un’agricoltura risalente a oltre 4500 anni fa.
Da Castaneda un’antica mulattiera fiancheggiata da muretti a secco porta al villaggio di Santa Maria, dominato da un complesso architettonico che, unico per la sua bellezza, evoca un passato maestoso. Santa Maria, con la sua chiesa parrocchiale già documentata nel 1219, fu la capitale religiosa e politica di tutta la Calanca. L’aspetto attuale della chiesa data all’inizio del Seicento, epoca in cui i Padri Cappuccini si stabilirono nell’adiacente ospizio. La torre medievale fu eretta nel XIII-XIV secolo dai conti de Sacco. In posizione dominante sul fondovalle mesolcinese, era inserita in un sistema di controllo territoriale.
Da Santa Maria un sentiero conduce ai monti di Bald (1220 m) da dove lo sguardo spazia sulle valli laterali della Mesolcina e sul Piano di Magadino. Il sentiero s’inerpica fino alla torbiera del Pian di Scignan (1500 m) e al pianoro della cappella di Sant’Antoni de Bolada (1674 m) da dove si gode di una vista imprendibile sulla Calanca, prima di scendere verso Braggio (1320 m).
2. Tappa Santa Maria (955 m) - Selma (914 m): 10,3 km, 3,5 ore. Il mondo alpino: elementi naturali e intraprendenza umana
Da Santa Maria a Buseno-Molina (710 m) lo storico sentiero di Circolo funge da ponte tra Calanca esterna e interna. L’itinerario è sovrastato dalle spettacolari formazioni rocciose del Crap de Maria e attraversa un paesaggio del tutto singolare, dominato da ginestre, ginepri e biancospini. A Buseno si ergono gli ultimi rigogliosi castagneti, i cui frutti hanno costituito per secoli la base dell’alimentazione rurale.
La pietra In valle lo sfruttamento dello gneiss vanta una tradizione plurisecolare. Lungo il tratto che collega Buseno ad Arvigo (820 m), sulla sponda destra della Calancasca, si fiancheggia un imponente settore di estrazione e di lavorazione della beola attivo da ormai un secolo.
L’acqua e l’aria Tra Arvigo e Selma l’itinerario costeggia la sponda sinistra della Calancasca offrendo fiabeschi paesaggi naturali. Dal ponte a schiena d’asino menzionato nel Cinquecento, l’antica mulattiera porta all’improvviso ad uno spettacolare ambiente alpino dominato dallo scorrere impetuoso dell’acqua. Le funivie di Arvigo e Selma collegano il fondovalle ai terrazzi di Braggio (1320 m) e Landarenca (1280 m), raggiungibili anche a piedi percorrendo storiche mulattiere. Le frazioni di Braggio fanno eco al compatto nucleo rurale di Landarenca, un gioiello di architettura di pietra e legno.
3. Tappa Selma (914 m) - Rossa (1088 m): 6,7 km, 2 ore. Genti, animali, merci: migrazioni, transumanza, commercio
Da Selma a Cauco (981 m) il sentiero incontra la prima vera e propria zona pianeggiante. Cauco fu un centro di lavorazione della pietra ollare. Questo artigianato, le cui origini nel Moesano risalgono all’epoca romana, ha assunto un ruolo di prim’ordine nel Settecento.
A nord del villaggio di Cauco si attraversa la golena del Pian di Alne, che prende il nome dagli ontani bianchi che in parte la ricoprono. In passato, quando il trasporto del legname avveniva sul fiume, qui sostavano quantità di borre, ritenute da una chiusa eretta nei pressi dell’attuale ponte.
La chiesa parrocchiale di Santa Domenica (1035 m) è un capolavoro dell’architettura barocca. Unitamente alla chiesa madre di Santa Maria, fu l’unica a possedere il titolo di parrocchia già dalla metà del Cinquecento. A Santa Domenica e Augio (1039 m) le ricadute positive dell’emigrazione calanchina nelle città europee traspaiono sia negli edifici religiosi che in quelli privati, come la Casa Spadino, palazzina del XVIII secolo, e l’albergo Cascata, con la bella sala degli specchi, dell’inizio del XX secolo.
Da Rossa le vie della transumanza portano agli alpi, apprezzati da secoli, mentre un tempo nei boschi di Valbella accanto ai boscaioli erano attivi i ragiaioli, artigiani della resina richiesti fino in Baviera.
Il Pass Giümela (2117 m), il Pass de Buffalora (2261 m), la Btta de Trescolmen (2161 m) e il Pass de Passit (2082 m) sono da sempre i passaggi più importanti verso le valli vicine.
Responsabile del contenuto: Ente Turistico Regionale del Moesano (ETRM).
Questa pagina utilizza contenuti e tecnologia della piattaforma Outdooractive.